Centro di informazione, documentazione e orientamento per l'autonomia, l'indipendenza e l'inclusione delle persone con disabilità.
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WeGlad, come cresce la startup che aiuta le persone in difficoltà a muoversi in città - 29/04/2024

WeGlad mette a disposizione un’app collaborativa e gratuita per raccogliere dati sull’accessibilità indoor & outdoor di edifici e strade e facilitare così mobilità e autonomia delle persone con difficoltà motorie. Ideata da un moldavo trapiantato in Italia, ex circense, ha sviluppato per il mondo retail il progetto “REACT- Retail accessibile e trasparente”.

 

WeGlad è una startup che trasforma l’inclusione in missione sociale per una mobilità accessibile a tutti.

Reshaping Humanity through inclusion: è questa la missione di weGlad, startup innovativa a vocazione sociale e società benefit fondata nel 2021 da Petru Capatina.

L’azienda è infatti nata con l’obiettivo di accelerare esponenzialmente, attraverso la tecnologia, la transizione verso un mondo più accessibile e inclusivo in cui la mobilità sia semplice, sicura e agevole per tutti.

Come un “navigatore sociale” aiuta le persone con difficoltà e disabilità motorie a muoversi nelle città grazie a dati oggettivi e trasparenti raccolti mediante il coinvolgimento di corporate, stakeholders e utenti.

Una realtà nata dall’impegno e dall’esperienza personale del suo fondatore, che unisce la sua passione per la tecnologia e il forte impegno sociale che lo ha sempre caratterizzato.

 

La storia di Petru: tra innovazione e impegno sociale

Classe 1996, Petru è nato in Moldavia e si è trasferito in Italia nel 2006, dove si laurea all’Università degli Studi di Torino in Business Administration con focus sull’innovazione. Da sempre interessato alle opportunità che offre la tecnologia, si affaccia sul mondo del lavoro piuttosto presto (già dalla terza liceo), iniziando a lavorare nell’ambiente circense.

“Ciò che mi ha sempre caratterizzato a livello personale è un grande senso di famiglia e la volontà di dare e non solo ricevere”, spiega. E proprio questa volontà lo porta ad avere sempre la valigia pronta per alternare all’impegno scolastico le trasferte – sia italiane ed europee – che il suo lavoro comporta.

All’idea di mettere la tecnologia a servizio delle persone con mobilità ridotta arriva dopo due eventi che hanno influenzato la sua vita: da adolescente viene investito da un’auto mentre era in bici si ritrova nella condizione di dover re-imparare a camminare.

Dopo aver recuperato le sue capacità motorie, ha una seconda esperienza con l’assistenza a una persona con mobilità ridotta, un atleta del circo che si era infortunato.

“Con il circo ci spostavamo molto frequentemente e ogni volta era un problema ricominciare da capo per cercare locali accessibili”, racconta.

Dopo diverse esperienze lavorative in Italia e in Europa, inizia a lavorare nel mondo delle tecnologie esponenziali e capisce come ci siano già gli strumenti per risolvere problemi grandi, gravi e complessi in tempi record come quello della mobilità accessibile.

 

WeGlad: come nasce l’idea di una community rivolta ai “gladiatori”

Ed è proprio da questa realizzazione che Petru inizia a lavorare su un primo progetto che combina innovazione tecnologica e impegno sociale. Nonostante la prima avventura imprenditoriale fallisca in soli 11 mesi, Petru non si dà per vinto e inizia a lavorare a una seconda idea che poi si sarebbe trasformata nell’attuale weGlad.

“La prima esperienza, nonostante sia stata poco fortunata, mi ha fatto capire il potenziale di questo mercato, L’idea era buona, erano state le mie scelte ad essere state sbagliate. Ma non potevo rinunciare, anche perché avevo già passato circa 300/400 ore a parlare con persone con problemi di mobilità e le storie che avevo sentito raccontavano di una profonda ingiustizia sociale: persone che non uscivano da casa da anni, completamente non autonome. E tutto questo accadeva sotto casa, in un Paese dove l’uguaglianza degli individui è garantita dalla Costituzione e in un mondo tecnologicamente avanzato”, racconta.

“Le storie che ho sentito non mi facevano dormire la notte e ho pensato che dovevo provare. Se non avessi avuto successo, magari avrei potuto ispirare qualcuno più fortunato di me”, aggiunge.

E, finalmente con un po’ di auto da parte della sorte – gli investitori sono arrivati negli ultimi giorni che Petru si era dato per provare a mettere in piedi il progetto – nasce weGlad. Un nome che sta per “welcome Gladiator” (benvenuti gladiatori) e che rappresenta la Community e tutte le persone con disabilità motorie che, come moderni gladiatori, quotidianamente devono combattere con diverse barriere e ostacoli per conquistare la loroautonomia e libertà di movimento nell’Arena della Vita.

 

L’accelerazione da parte di Techstars e i primi riconoscimenti

La spinta verso l’affermazione arriva con l’accelerazione da parte del noto acceleratore Techstars e, con l’aiuto dei primi investitori, il progetto prende forma. Con la fondazione dell’azienda, il 4 marzo 2021, weGlad diventa la prima realtà in Piemonte (e la terza in Italia) ad essere parallelamente startup innovativa a vocazione sociale e società benefit.

Dopo soli 5 mesi riceve il Premio Nazionale Economia Civile e nei due anni successivi continua a ricevere premi e menzioni speciali.

Ad oggi, il capitale raccolto ammonta a 430.000 euro.

 

Dalla community ai progetti corporate: cos’è e cosa fa weGlad

WeGlad mette a disposizione un’app collaborativa e gratuita che vuole raccogliere dati sull’accessibilità indoor & outdoor di edifici e strade per facilitare la mobilità e l’autonomia di persone con difficoltà motorie.

Assieme alla mappa e ai processi di navigazione intelligenti, sta creando una community e uno spazio virtuale simil social network per facilitare connessioni, informazioni e interazioni tra persone normodotate e persone con difficoltà e disabilità diverse per una maggiore e consapevole inclusione sociale.

La community, cruciale per l’azienda, si alimenta attraverso vari progetti. I programmi corporate sono rivolti ad aziende, filiali e punti vendita aperti al pubblico al fine di migliorarne le metriche di impatto sociale e la consapevolezza a livello di Diversity&Inclusion. Attraverso 4 moduli formativi il programma permette un’immersione profonda nelle dinamiche di interazione sociale, nella progettazione inclusiva e nell’empowerment dei talenti delle persone con disabilità. Il percorso è affiancato da attività di team building e workshop che, attraverso l’app WeGlad, permettono ai dipendenti di sperimentare concretamente problemi di mobilità in modo coinvolgente, guidato e competitivo.

Altro pilastro della community sono i Mappathon, vere e proprie gare di mappatura di tutte le barriere architettoniche presenti sul territorio, che coinvolgono PMI, Municipalità e ONG, permettendo agli utenti di accumulare punti, trasformabili in premi.

“I dati vengono poi messi a servizio della città perché il nostro intento è sempre quello di aiutare a risolvere i problemi”, spiega Petru.

 

Il focus sul retail: il progetto “REACT- Retail accessibile e trasparente”

Nell’estate del 2022, l’azienda inizia a pensare a come affiancare il modello della community a uno più facilmente sostenibile e monetizzabile. L’idea è quindi di focalizzarsi nel settore retail, dove i dati di accessibilità sono pochi e difficili da reperire.

Secondo uno studio di WeGlad su oltre 700 store locator di aziende che hanno canali retail, solo 1 su 100 presenta dati di accessibilità. Questi risultano spesso basilari, difficili da trovare e poco oggettivi.

Il modello REACT è rivolto ad aziende che hanno molte filiali o punti vendita (banche, assicurazioni, fashion, food, telco and energy, uffici pubblici, etc.) e ha lo scopo di mappare l’accessibilità del punto vendita dal punto di vista fisico, sensoriale e alimentare. In aggiunta, sono integrate altre informazioni inerenti a diverse facility o bisogni dei consumatori (pet friendly, genitorialità, etc.).

I dati vengono raggruppati in un widget plug and play che si attacca ai siti web, alle app e ai digital asset dell’azienda; quindi, il flusso di dati va direttamente all’azienda. Un vantaggio sia per le aziende che per gli utilizzatori, che trovano tutte le informazioni di cui hanno bisogno direttamente sulla pagina del business.

“In questo modo, ad esempio, se l’azienda ha più punti vendita con diversi tipi di accessibilità il consumatore può scegliere di recarsi in quello che è più adatto ai suoi bisogni”, spiega Petru.

“Chi vive con una qualche disabilità, provvisoria o permanente, non è che pretende che da domani il mondo sia perfettamente accessibile e inclusivo per tutti. Quello che dà più fastidio è scoprire sempre all’ultimo come sono le cose. Perché questo impatta anche la frequenza di uscita delle persone, che si sentono di vivere in un mondo dove non sono previste”, aggiunge.

Il modello è stato già proposto a diverse aziende e ha riscontrato un notevole interesse.

“Questo anche perché i temi della diversità e dell’inclusione stanno diventando sempre più rilevanti per le aziende. Ma nel futuro il focus sarà sempre più sulla trasparenza, ed ecco perché c’è così tanto interesse al nostro modello”, aggiunge.

Al momento l’azienda sta già firmando le prime partnership importanti e continuerà a impegnarsi per mettere la tecnologia a servizio delle persone. Con quest’ottica, ha già integrato all’app uno strumento di intelligenza artificiale che consente di interagire con la mappa attraverso comandi vocali e di ascoltare i dati tramite un sintetizzatore vocale.

“Tecnologie come l’intelligenza artificiale possono fare tanto per l’inclusività sociale. Tuttavia, la tecnologia guarda alle tematiche di inclusione con sempre troppo ritardo. Il mio augurio è che questo possa cambiare”, conclude Petru.

 

Fonte www.economyup.it